Dato che sempre più clienti e interlocutori ci stanno ponendo questa domanda, pensiamo sia giusto fare chiarezza e condividere la risposta. Se per le utenze domestiche, sia per un’informazione poco chiara, sia per un impatto economico in termini assoluti meno evidente, non lo si sta considerando un argomento così dibattuto, nel settore industriale, lo scenario energetico degli ultimi mesi ha creato timori e incertezze non trascurabili. Per l’industria manifatturiera italiana, la voce energetica tra i propri costi è tra i primi tre posti insieme all’acquisto materie prime e al personale. Va da sé che un aumento così sconsiderato stia mettendo in crisi molte Aziende e in ogni caso sia un tema che non possa non essere affrontato. Tra le tante possibilità di efficientare un’azienda, la Cogenerazione è sicuramente una delle più efficaci e in grado di restituire ritorni sull’investimento chiari e costanti. E’ altrettanto vero che, essendo una tecnologia che implica il consumo di un combustibile per generare energia, la domanda che sorge spontanea è: quanto conviene usare energia per creare energia? Proviamo a dare una risposta oggettiva contestualizzandola in questo periodo.
Spendiamo solo due parole per spiegare in breve cos’è la Cogenerazione.
Il termine Cogenerazione indica la produzione combinata di energia elettrica e termica. Con un unico impianto è infatti possibile produrre queste due forme di energia in cascata. I sistemi di cogenerazione vengono anche detti CHP, dall’acronimo inglese Combined Heat and Power. Il moto di un motore (endotermico o a turbina) trasmesso a un alternatore genera energia elettrica mentre il calore sviluppato viene recuperato, dalle camicie del motore e dai fumi, e reso disponibile sotto forma di acqua calda, vapore o acqua fredda. Il recupero energetico intrinseco al sistema, rende questa tecnologia una delle più efficienti anche in paragone alle soluzioni da fonti rinnovabili. Il paradosso è che pur utilizzando solitamente una fonte di energia non rinnovabile (gas naturale) l’efficienza del sistema è tale da renderla più green di molte altre soluzioni.
Arriviamo quindi al nodo cruciale: dato che per i sistemi di Cogenerazione tradizionale, per produrre energia elettrica e termica occorre bruciare gas metano, come varia la convenienza del sistema in funzione dei costi energetici?
Partiamo innanzitutto dall’analisi del costo dell’energia in Italia. Il PUN (Prezzo Unico Nazionale) basato sul valore di riferimento all’ingrosso dell’energia elettrica che viene acquistata sul mercato della Borsa Elettrica Italiana (IPEX – Italian Power Exchange), mostra un’impennata negli ultimi mesi mai registrata prima. Non stiamo ad addentrarci sulle cause di questo balzo, di sicuro non si tratta di un aumento fisiologico, ma non è questo l’argomento. Per quanto riguarda il costo del metano invece viene evidenziato un costo medio al metro cubo, monitorato da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). Se l’oscillazione del kW elettrico è molto più marcata, quella del metano è più dolce. Ecco l’andamento medio degli ultimi tre anni delle due componenti.
Dato che è impossibile prevedere l’andamento futuro dei costi energetici (un po’ come in borsa si possono fare valutazioni anche molto complesse per ipotizzare uno scenario futuro tuttavia, soprattutto alla luce di questi ultimi aumenti, non si può avere certezza di cosa accadrà domani) grazie al supporto di professionisti o Energy Service Companies è possibile creare una strategia di acquisto che permetta di risparmiare o, termine migliore di questi tempi, di limitare i danni.
Per definire la convenienza nell’impiego della Cogenerazione per produrre energia destinata all’autoconsumo, ci si deve basare fondamentalmente sul differenziale tra il costo del gas metano e quello del kW elettrico. In buona sostanza: se questo spread aumenta, ovvero se proporzionalmente sale maggiormente il costo del metano rispetto al kW elettrico, sarà meno conveniente produrre energia con la Cogenerazione mentre al calare di questo differenziale la convenienza aumenta.
Questo grafico mostra lo spread tra i due costi sempre nel medesimo periodo di riferimento ovvero gli ultimi tre anni.
Per dare questa risposta serve prima fare una premessa: la Cogenerazione negli ultimi anni, grazie anche ai contributi derivanti dai TEE (Titoli di Efficienza Energetica) erogati dal GSE in virtù della sua grande efficienza se paragonata alle baseline di riferimento, ha SEMPRE costituito un elemento di risparmio energetico, anche quando lo spread era molto più elevato di oggi. Diciamo che per arrivare a una soglia di allarme sulla convenienza di questa tecnologia questo differenziale dovrebbe essere quasi triplicato rispetto ai valori più alti registrati negli ultimi dieci anni (cosa altamente improbabile). Possiamo quindi affermare che in questo momento, per i valori di acquisto medi della materia prima energetica, produrre energia con la Cogenerazione conviene di più che negli ultimi anni.
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